




Tra nuovo Governo e vecchie chiusure
Dunque, ci risiamo. Esattamente un anno dopo, il terzo lockdown dell’era Coronavirus incombe. Sul lavoro, sugli affari, sui commerci. E, perchè no, sul tempo libero. La nuova «Zona Rossa» imposta dal governo nazionale e dalla Regione Piemonte limiterà spostamenti e consumi. Gli italiani sono stremati e – esattamente come sempre accaduto nella storia in tutte le guerre – non si vede una fine. Abbiamo il vaccino. Anzi, ne avremmo tre. Più un quarto. E poi magari quello italiano in arrivo. Sì, ma quando? Un generale di corpo d’armata – un torinese d’adozione, peraltro – ha preso il comando delle operazioni vaccinali. Mai nella storia d’Italia del dopoguerra si è vissuta una fase tanto difficile, tanto complicata, tanto confusa. Neanche negli anni del terrorismo. Oggi siamo rossi, domani gialli, dopodomani arancione scuro. Oggi siamo aperti, domani chiusi. Il mondo della cultura (musei, teatri, cinema) boccheggia. E chissà quanti e quali di queste attività troverà la forza di riaprire alla fine della pandemia. La Pasqua 2021 sarà molto più simile a quella del 2020 rispetto a quanto già visto lo scorso Natale. Sarà la seconda primavera che guarderemo dal divano, invece che dalla panchina del parco. Sono parole che sembrano retorica, ma che invece disegnano un periodo storico che i nostri figli e i nostri nipoti studieranno sui libri. Comunque vada la loro vita sarà diversa da come l’abbiamo vissuta noi fino a un anno fa. Non ce ne stiamo ancora rendendo conto. Oppure, probabilmente, preferiamo non pensarci. Tra la speranza di un vaccino e un’unica domanda: oggi siamo gialli, arancioni o rossi?